martedì 11 dicembre 2012

Hands On: The Lost Cave - Andrea Babich & Aladar, 2012

Questa anteprima-un-po'-recensione-dai è stata scritta dopo aver giocato ad una versione preliminare di The Lost Cave, gentilmente fornita da Andrea. Nella sua professionalità mi ha già spedito un codice "nuovo", dopo neppure ventiquattro ore dal precedente! Sul sito del progetto, che potete raggiungere qui, troverete sempre l'ultimo aggiornamento.

Era il 1989, se ricordo bene.
Decisi di accompagnare un mio amico a Lanciano, vicino alla mia Ortona, in un negozio dove comprava abitualmente giochi per l'Amiga, sull'originalità dei quali magari al momento non ci soffermiamo.
Mi convinse il fatto che alla stazione, dove si prendevano gli autobus, c'era Super Bubble Bobble, qualunque cosa fosse.
Che con il senno di poi magari può sembrare una sciocchezza, ma per un ragazzino di tredici anni l'idea di poter giocare alla -presunta- versione potenziata del suo videogioco preferito era sufficiente per fare il biglietto e trovare posto sulla corriera pieno di aspettative, con le mille lire strette nel pugno pronte ad essere tramutate in monetine.  Per giocare ovviamente persi l'autobus del ritorno, accumulando un ritardo considerevole per la gioia di mia madre, povera donna, oramai rassegnata ad avere un figlio disperatamente dipendente dai videogiochi: succede anche nelle migliori famiglie, dicono.


Il fatto è che sono stato sempre innamorato del capolavoro di Fukio "MTJ" Mitsuji, lo considero uno dei più geniali videogiochi di tutti i tempi come testimoniano le migliaia di partite accumulate in sala giochi e sui sistemi casalinghi, nutrendo di gettoni reali e virtuali lui e i suoi seguiti. 
Ricordo con affetto la recensione di Parasol Stars su Zzap! a cura dell'Aulettone nazionale: veniva menzionata erroneamente una versione arcade e passai un anno a tormentare il gestore della mia sala giochi di fiducia, il quale non sapeva dove diavolo andarmela a rimediare quella dannata, inesistente jamma!
È un gioco geniale, Bubble Bobble: ingannevolmente semplice grazie alla sua grafica colorata e  allo storico accompagnamento sonoro firmato Zuntata, nasconde un livello di complessità notevole tra segreti e tecniche da padroneggiare. Un esempio di game e level design da cui trarre ispirazione come lo erano i videogiochi di allora, o quantomeno quelli che hanno superato la prova del tempo, venendo considerati classici ancora oggi.
Se Bubblun e Bobblun sono forse familiari alle nuove generazioni principalmente per le loro apparizioni nella serie Puzzle Bobble, nel 1986 avevano conquistato il popolo dei videogiocatori arcade, attirando giovani di entrambi i sessi grazie a giocabilità e originalità, come ricordava lo stesso Fukio Mitsuji durante una storica intervista per CVG
Mitsuji-San ci ha lasciato nel Dicembre del 2008, esattamente quattro anni fa: una morte passata vergognosamente inosservata.

Il migliore regalo di Natale che possiate farvi.
Avanti veloce fino ai giorni nostri: Andrea Babich è un nome familiare per tutti i videogiocatori nostrani, essendo appassionato di videogiochi e maestro della sacra arte del retrogaming, con all'attivo un record a Bombjack degno dello IASP, per i fanatici dei punteggi di vecchia data.
Ha anche militato con successo per diverse riviste del settore e siti videoludici, portando a casa in tempi recenti un'intervista dall'indiscutibile valore con Ryuichi Nishizawa, uno dei fondatori della Westone, citata anche su Hardcore Gaming 101. Addirittura lavora per un'importate realtà come Ubisoft;  stupisce quindi come diavolo faccia a trovare il tempo per progetti come il qui presente The Lost Cave, un'opera senza fine di lucro portata avanti con dedizione e pazienza nei ritagli di tempo. La premessa è apparentemente semplice: tralasciando le versioni occidentali, Bubble Bobble è stato convertito per un gran numero di console e computer nella terra del sol levante, presentando spesso livelli inediti, realizzati dalla stessa Taito a cura degli allievi di MTJ. All'epoca, si sa,  le conversioni erano spesso arricchite da caratteristiche extra rispetto agli originali per giustificarne il prezzo, come abbiamo detto parlando di Kishimoto e del suo Kunio-kun su NES.
The Lost Cave recupera un centinaio di questi livelli dimenticati o presunti tali dalle versioni Gameboy, Master System, Famicom o Gameboy Color e li restituisce al loro ambiente naturale: le sale giochi.

Il primo livello della versione Gameboy, ma a colori, senza scrolling e con una pioggia di piccoli portatili Nintendo per la gioia di Kenobit!
The Lost Cave è un mastodontico hack di Bubble Bobble, concepito come kit di conversione della scheda originale previa opportuna riscrittura, tuttavia tranquillamente und legalmente giocabile sul MAME, a patto di possedere almeno una delle tante versioni del gioco contenuta in centinaia di raccolte.
Tutto stupendo sulla carta; in pratica, però, la situazione è ben differente. Facciamo quindi conoscenza con Aladar, un nuovo volto della nostra storia: Babich lo ha definito come un "elusivo programmatore romano" incontrato casualmente su un forum, quindi zitto e buono non farò ulteriori domande. Basti sapere che ha in progetto una conversione di Bubble Bobble su PC Engine, ovvero la mia console preferita di tutti i tempi; condizione sufficiente per considerarlo un grande tra i grandi, ma c'è di più. Aladar ha messo mano al Patch-a-Bobble di Karl Stenerud, un editor di livelli per il capolavoro Taito, creando un aggiornamento ad-hoc per correggerne i bug conosciuti e fornendo in questo modo a Babich gli strumenti per lavorare sul gioco. Sono quindi seguìti  interminabili giorni impegnati per giocare, catalogare e scegliere accuratamente i cento livelli che hanno sostituito quelli originali nella gloria che gli compete. Perché se in foto Bubble Bobble per Gameboy è bellissimo, dal vivo la sua natura a scorrimento -obbligata dal minuto schermo del portatile Nintendo- non ha mai reso onore al gioco. Troppo facile cadere inavvertitamente su un nemico, troppo fastidioso non vedere la posizione di bolle e bonus, almeno fino ad ora.
Il dinamico duo però è andato ben oltre, non limitandosi a presentare una "semplice" collezione di livelli.
Nuovi oggetti presi dalle versioni domestiche sono stati inseriti e ridisegnati per adattarsi agli standard arcade; allo stesso tempo la nuova versione dell'editor ha permesso di implementare con fedeltà i pattern di movimento originali per le bolle, un lavoro certosino che avrà richiesto ben più di una notte insonne.
Non finisce qui: l'entusiasmo e la passione, uniti alle spiccate capacità di Aladar e alla competenza di Babich, hanno rivoltato come un guanto gli intricati meccanismi del gioco creando nuovi segreti e modificando le modalità per attivare i vecchi: al momento nessuno conosce, autori e betetester a parte, le condizioni per raggiungere il vero finale. Il tutto per ricreare l'aura di mistero originale: Bubble Bobble appartiene ad un'epoca oramai passata, dove il passaparola tra gli appassionati donava un sapore magico ai bar e alle sale giochi che ricordiamo con affetto, quando aspettavi Zzap! o Videogiochi ogni mese, alla ricerca di qualche trucco inedito. Ricordate le strategie per la versione arcade del gioco, presenti sul secondo TGM targato Ottobre 1988? Per me furono uno dei motivi per comprare quel numero, ché cinquemila lire per un ragazzino erano soldi.

Tutti quei Mighta potrebbero diventare un problema senza l'aiuto di qualche caramella...
Ora nell'epoca di Internet le informazioni sono a portata di click mentre voci e supposizioni vengono confermate con dissacrante velocità; gli autori desiderano quindi tenere nascoste, almeno per ora, le modalità per svelare i più reconditi misteri che ci aspettano in fondo alla caverna perduta. Personalmente sono a conoscenza della strategia per raggiungere il primo schermo segreto, ma tengo la bocca chiusa; diciamo che se il buongiorno si vede dal mattino, per conquistare questa nuova versione di Bubble Bobble sarà necessario darsi da fare come venticinque anni fa. Alla buonora, aggiungerei.
The Lost Cave esce l'undici Dicembre 2012, quattro anni dopo la morte di Fukio Mitsuji e non potrebbe esserci modo migliore per ricordare, omaggiare e apprezzare ancora una volta la sua eredità, oggi come nel 1986.
Per quel che mi riguarda, con lui non ho ancora finito dato che cercherò di fargli onore nel prossimo TGM, tra le pagine della Indie Zone; voi intanto fatevi uno stupendo regalo di Natale e visitate il blog del progetto adesso: scoprirete che è nuovamente l'inizio di una storia fantastica.